L’aumento dei flussi turistici a livello globale non porta esclusivamente ricchezza nelle principali destinazioni, ma ”scarica” su di esse anche esternalità negative.
Negli ultimi 10 anni si e’ assistito ad un cambio di paradigma: dal turismo urbano si passa alla fruizione del territorio in chiave turistica. Il turista oggi replica la vita quotidiana in un altro luogo cercando di mimetizzarsi con la gente. Questo comporta aumento del traffico e dell’inquinamento, affollamento dei mezzi pubblici, consumo delle risorse del territorio.
Del turismo e del suo impatto territoriale si è parlato in un incontro dedicato alla presentazione e discussione del paper realizzato da Cittalia – Anci ricerche sul tema ”L’impatto del settore turistico sui contesti urbani. Riflessioni sulla programmazione territoriale”.
Come emerso dall’incontro, il turismo crea delle esigenze che la citta’ fatica a soddisfare. Per le città d’arte italiane si pone la questione di come governare questi impatti e fare in modo di riequilibrare per la popolazione i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalle presenze turistiche, con l’ulteriore difficoltà di non conoscere la reale dimensione di questi effetti, perché non si hanno gli strumenti dinamici per la loro analisi.
Lo studio, presentato da Walter Barberis dell’Università di Roma Tre, vuole ricollocare il valore del turismo urbano all’interno di un quadro di sviluppo sostenibile, come espresso dalla UE in diversi documenti, utilizzando come punto di osservazione preferenziale quello dell’Amministrazione Locale quale principale attore responsabile della gestione e del controllo del territorio.